#AConversationWith FEDERICA GERVASONI, personal stylist e content creator

#AConversationWith FEDERICA GERVASONI, personal stylist e content creator

Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Federica Gervasoni, personal stylist e content creator dallo stile "in continua evoluzione".

 

Due righe per presentarti ai lettori

Sono un acquario nato 34 anni fa in Brianza, ho studiato al Liceo classico e alla facoltà di Giurisprudenza per poi prendere tutt'altra strada.

 

Com’è nata la tua passione per la moda? Quando e come hai capito di voler diventare una stylist?

Sono cresciuta circondata di abiti nel negozio di abbigliamento dei miei nonni e ho sempre adorato osservare le persone e il modo in cui si vestono. Appena ne ho avuto la capacità, sin da piccolissima ho cominciato a vestirmi da sola con estrema creatività (che spesso faceva vergognare i miei genitori quando mi impuntavo nel voler uscire a tutti i costi con le mie mise). Poi è stato il turno di bambole e sorelle e poi ancora delle amiche, fino a diventare un vero e proprio lavoro dopo anni di pratica come personal stylist.

 

Che consiglio daresti alle te dell’inizio?

Fidati della tua essenza e avvicinati un passo alla volta a quello che sei davvero.

 

In cosa trovi l’ispirazione?

Letteralmente in ogni cosa che mi circonda: un piatto o un quadro per le combo colori che ispirano un look. Nel modo in cui si muovono e vestono le persone che vedo ogni giorno, nelle riviste che sfoglio, i film, i video musicali. Sui social, negli e-commerce di alcuni brand che hanno ottimi esempi di styling e anche nelle newsletter (a tema moda) a cui sono iscritta e che amo leggere nel weekend.

 

Da cosa/dove cominci quando devi realizzare un look?

Solitamente parto dalle scarpe o da un accessorio che mi ispira particolarmente in quel momento. Se ho in mente una combinazione di colori, tessuti o volumi che ho visto in giro e memorizzato, parto da lì e cerco di capire come reinterpretarla in base a quello che ho nell’armadio. Se non ho idee, il che ogni tanto capita, apro il mio moodboard (dove colleziono tutti i look che screenshotto dal web) e trovo sempre una scintilla per partire a creare un mix.

 

Quali sono state fino ad adesso la più grande sfida e la più grande soddisfazione che hai avuto in campo lavorativo?

La più grande soddisfazione arriva ogni volta che le persone con cui faccio una sessione di personal styling mi dicono di aver cominciato a divertirsi con i vestiti e di sentirsi più a proprio agio la mattina, quando scelgono cosa indossare.

La più grande sfida si presenta ogni volta che mi accorgo di essere arrivata al capolinea di un progetto o di una fase lavorativa e devo capire come può evolversi il mio lavoro e come fare per attuare questa evoluzione, anche sbagliando, anche accettando gli errori e i passaggi frustranti.

 

Qual è il prossimo obiettivo che ti sei prefissata?

Vorrei riuscire ad avviare un progetto organico e polifunzionale su tutto quello che ha a che fare con il tema dell’identità, perché è da lì che credo parta la conoscenza di sé e, di conseguenza, anche la capacità di vestirci. Se sappiamo chi siamo e cosa vogliamo dire, è chiaro come vestirci.

 

Come definiresti il tuo stile?

Credo sia estremamente libero. Sono sempre stata capace di passare da look monocolore, in toni neutri e super austeri (“da suora” come amo dire) a look più colorati e strutturati per volumi, stratificazioni e geometrie. Per me non esiste uno stile statico e vincolante ma è tutto in continua evoluzione.

 

Ci diresti 3 capi che non potranno mancare nel nostro guardaroba questo inverno? Oltre a un completo LATTE ovviamente :)

Una camicia bianca, da uomo, ampia e di un bel cotone fluido e consistente da portare come fosse un capospalla. Un gioiello d’oro, di famiglia, che è come un amuleto da portare sempre con sé. Un paio di pump colorate da usare con look mono-tono per alleggerire e creare il giusto contrasto.

 

I tuoi 3 posti del cuore a Milano
La Tipografia Alimentare che è come casa per la colazione, i giardini della Guastalla per leggere al sole nel cuore di Milano e la Biblioteca Braidense per concentrarsi e lavorare al pc ricordando i tempi in cui ci preparavo gli esami.

 

Senza pensarci: il primo film, il primo libro e la prima canzone che ti vengono in mente.

Kill BillQuesto immenso non sapere di Chandra Candiani e La donna cannone di Francesco De Gregori.